domenica 1 marzo 2009

Shopping perbenista

"Hai appena comprato questo libro sottile, innocuo, che ti fa fare bella figura davanti a quella manica di animali dei tuoi amici. Adesso sei una sorta di intellettuale e mecenate, qualcosa a metà strada tra un ricco e colto signore rinascimentale e quelli che amano e masticano la critica letteraria di Pancrazi. Te lo ha venduto un ragazzo nero, abbastanza cordiale e meno insistente degli altri (tipo pakistani con fiorellino rosso o astuccio di incenso), a un prezzo tutlo sommato modico, attorno ai 7 euro. Sei in un pub, oppure nella centralissima Via Dante, o in bocca alla Feltrinelli. Hai appena rimesso in tasca il portafoglio leggermente più sgonfio, non sei propriamente uno che nelle ultime elezioni ha votato qualche partito xenofobo anche se pensi che il flusso migratorio degli extracomunitari all'interno dell'Unione vada regolato. Ti stai rimirando un paio di scarpe con splendida cucitura a mano e stampe lignee e inizi ad avvertire, nel profondo del tuo cuore, una certezza: sei la migliore persona possibile della nostra società. Due birre gelate in meno e una botta di cultura e multietnicità in più. Pensi e cerchi anche di farlo capire a chi ti sta attorno. Cerchi di fare colpo sulla barista cerbiatta o la tua vecchia compagna di liceo con le tette grosse fino a terra. Alla fine lo hai comprato senza pensarci."

Questa appena citata è l'introduzione a un racconto raccolto nel libro "Questa è l'Africa" e sintetizza perfettamente la sensazione di chi, sorpreso nella pigrizia di una passeggiata per il centro, si trova ad acquistare un libro targato "Edizioni dell'arco".
Sono libricini che raramente superano le 100 pagine, agevolano una lettura veloce e, almeno per quanto ne so, non circolano nei canali ufficiali dell'editoria. Di solito te li propone un ragazzo alto alto, atletico e nero nero, con un bel sorriso aperto sulle labbra. Ti chiama "amica" perché non conosce il tuo nome ma sembra che riesca a individuare ogni volta la persona giusta perché è raro che non riesca a scambiare due parole e un sorriso con quelli che ferma.
Quando mi ferma non sono mai sola: a volte c'è mamma, molto più spesso c'è il Teo, dispone a ventaglio i libri e mi lascia scegliere. Io metto da parte quelli che ho già letto, che cominciano a essere numerosi, e gli chiedo informazioni sui restanti. Metto da parte anche i plagi di Gibran (ne ho letto già uno ed è stato abbastanza) e alla fine faccio la mia scelta. Infine si tratta sul prezzo, di solito riesco a cavarmela con un euro in meno a libro, ad acquisto concluso il libro lo volto e scopro che il prezzo che ho pagato è esattamente quello riportato in copertina.
Mi ha fregata anche stavolta, io lo so, lui sa che io so, ma continuiamo a guardarci negli occhi e a sorridere.
Poi ci separiamo e io continuo a passeggiare per il centro tenendo quei libri in mano come una bandiera.
E mi sento decisamente meglio.

5 commenti:

  1. Ciao!
    Ho un blog di lettura e se oltre a leggere ti piace anche scrivere mi piacerebbe se tu pubblicassi le tue opere (racconti, poesie, etc) o la recensione di un tuo ipotetico libro nel mio blog :)
    Se l'idea ti interessa fammi sapere nella rubrica "le vostre recensioni e altro" su http://leparoledipinte.blogspot.com/

    Spero di leggerti!

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  2. Ma che bello! Da noi qua a Cuneo non c'è niente del genere... uff...

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  3. Ciao Lisa... vengo a dare un'occhiata.

    @ Elena: chi lo sa? Sarà prerogativa delle città di mare... o forse a Cuneo fa troppo freddo.

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